martedì 11 aprile 2023

Uso della "ginergia" nel tantrismo tibetano

"Ginergia"?
Intendo energia femminile.



Epilogo alla prima parte di:
"The Shadow of the Dalai Lama"
di Victor & Victoria Trimondi



[ estratto della parte finale del Capitolo 11 "La manipolazione dell'amore erotico"]

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[....]
Il Buddhismo tibetano deve il suo successo per la maggior parte, in Occidente, a due fatti: primo, il fascino e il modo brillante con cui si presenta il 14° Dalai Lama; e secondo, la promessa di guidare la gente all'illuminazione.

Sebbene la via tantrica all'illuminazione implica esplicitamente una dissoluzione dell'ego, all'inizio ci si rivolge all'io dello studente.

"Io desidero vincere il fatto che la mia esistenza terrena è senza senso e procura sofferenza. Io desidero sperimentare la liberazione dal samsara (il mondo dell'illusione)".

Quando un sadhaka occidentale è preparato a sacrificare il suo 'piccolo sé', egli di certo non ha ancora la stessa comprensione che hanno i lama del 'più grande sé' (il sé superiore della coscienza di Buddha) che la filosofia e le pratiche tantriche del Vajrayana gli offrono come meta spirituale.
Gli occidentali credono ancora che la coscienza illuminata abbia ancora a che fare con un sé.
In contrasto, un insegnante di Buddhismo tantrico sa che l'identità individuale dello studente sarà completamente estinta e sostituita da un esercito di dei strettamente codificato e culturalmente ancorato [alla mitologia tibetana].

Sono i Buddha, gli heruka, i bodhisattva, le divinità, i demoni (dharmapalas) tibetani, ed i rappresentanti delle specifiche discendenze di un guru a prendere il posto della coscienza individuale dello studente.
Così occorre ottenere l'impressione che un "club esclusivo" di esseri sovrannaturali, per quanto culturalmente legati [alla mitologia tibetana], (Buddha, bodhisattva, dei, ecc.) sia riuscito a sopravvivere attraverso i tempi, occupando nuovi corpi umani (fin quando questi ultimi non sono consumati). Il Buddhismo tibetano non mira all'illuminazione degli individui, ma piuttosto alla continuazione dell'esistenza di una cultura di super-uomini (yogi, dei) in forma di gente posseduta (gli studenti).
Si tratta qui di perpetuare una casta di preti che non ha bisogno di morire in quanto può ancora e ancora incarnarsi nei corpi umani dei suoi seguaci. Questa casta e le sue divinità sono considerate sacrosante. Vivono al di là di qualunque critica. I loro simboli, le loro azioni e la loro storia sono stabiliti come esemplari; sono l'eredità culturale che non può essere analizzata, ma dev'essere presa per fede cieca dai suoi credenti.

Per tali ragioni tutta la promessa dell'illuminazione del Buddhismo tibetano forma una trappola con cui intimi desideri religiosi possono essere usati per spingere avanti magicamente gli scopi politico-religiosi del clero monastico.
(Qui non discuteremo se questo sia veramente possibile; ma piuttosto stiamo parlando delle intenzioni del sistema Lamaista).
Ciò corrisponde esattamente a quanto il filosofo del Rinascimento Giordano Bruno descrive come "manipolazione".

[vedremo in seguito i dettagli di ciò, e come Giordano Bruno nel Rinascimento aveva lucidamente visto questo in varie forme di potere manipolatorio].

Ricordiamo che Bruno ha indicato che un maestro manipolatore non può parlare delle sue effettive intenzioni di potere politico.
Invece, egli adula l'ego di colui/colei che manipola (cioé l'ego delle masse), in modo che quest'ultimo crede sempre di star seguendo solamente il proprio interesse e ricercando i suoi scopi completamente personali; ma in verità egli sta esaudendo i desideri e gli scopi del manipolatore (senza saperlo).
Applicato al Dalai Lama e alla sua religione, ciò significa che le persone praticano il Buddhismo tibetano perché sperano nell'illuminazione (la liberazione dalla sofferenza personale), ma in realtà diventano agenti del Lamaismo politico e degli dei tibetani che ci stanno dietro. Dunque il Dalai Lama è un esempio particolarmente calzante di un "manipolatore" nel senso in cui lo descrive Bruno.

Se la gente viene usata per servire come veicolo agli dei tibetani, allora l'energia che potenzia direttamente il motore mistico-politico del sistema Lamaista consiste di sessualità sacra, in particolare sfrutta la "ginergia" della donna come carburante.
Il Buddhismo tibetano è una religione misterica ed i suoi misteri sono la forza trainante che sta dietro alle sue decisioni politiche. Ridotto in formula concisa, significa che la sessualità, attraverso il misticismo, viene trasformata in potere [maschile!].

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"stay tuned", continua...

love u madly,
PoP

3 commenti:

Anonimo ha detto...

Non si può screditare una filosofia di pensiero come il buddismo con semplicistiche e superficiali parole..prima di scrivere queste cose bisognerebbe provare su se stessi gli effetti di questi insegnamenti..sperando di averti scosso almeno un po da questa mentalità ottusa e inconcludente ti saluto.

silence ha detto...

Invece mi hai incuriosito molto con le tue considerazioni fuori dal coro.la mia curiosità mi spinge ad avere una animo indagatore e a mettere in discussione anche la cose considerate "inattacabili e sacre".Mi piacerebbe sapere qualcosa in più di te per scambire amabilmente qualche opinione.

PoP ha detto...

Bene Chiara se vuoi comunicare con me direttamente scrivimi : hare@ngi.it