Saltando di palo in frasca
(sempre legno è)
Jeanne Lee
Photo courtesy Naima Hazleton
qualche mese fa su questo blog avevo scritto qualcosa di/ e proposto il video
con/ Jeanne Lee e Mal Waldron (voce e piano, genere "free jazz"
o come si dice in Europa "musica improvvisata") ---- "I
gabbiani di Hiroshima"----
Vi piaceva? L'avete MAI sentita?
Come dice lo slogan della mia Streaming Radio, "PoPFreeRadio".....
"Intender non la può chi non la prova"! ih ih ih
Ora -- per il balletto o il banchetto delle conseguenze e delle coincidenze
-- mi capita di ritornare su Jeanne Lee -- che evidentemente fa parte dei miti
che non mi sono ancora crollati -- (abbiamo tutti bisogno di un mito per vivere
ed uno per morire, ricordate?) perché...... ascoltando e riascoltando, se non
è una cosa effimera come un motivetto dell'estate........ ho scoperto uno strato
più profondo (sai, togli le bucce alla cipolla...) della musica e dell'arte
di Jeanne Lee.
Il brano che mi ha fatto TRASALIRE, quando mi è capitato di ascoltare con attenzione
il testo...... e poi trovarlo completo e addirittura oggetto centrale di uno
studio specifico di Eric Porter, University of California, Santa Cruz: "La
voce di Jeanne Lee", nella rivista Critical Studies in Improvisation
/ Études critiques en improvisation, Vol 2, No 1 (2006)...........
Beh prima di tentare di allargarmi ad altre idee collaterali (di andare per
la tangente forse)
ecco il testo completo del brano "In These Last Days" (In questi ultimi
giorni) che si trova nell'album "You Stepped Out Of A Cloud" (Sei uscito/a
fuori da una nuvola) del 1989, con la voce di Jeanne Lee ed il piano, questa
volta, di Ran Blake. L'album si trova anche sotto il titolo di "Legendary Duets".
In these Last Days
of Total Dis-in-te-gra-tion,
where every day
Is a struggle against becoming
An object in someone else’s nightmare:
There is great joy
in being Naima’s Mother
and unassailable strength
In being on the Way
In questi Ultimi Giorni
di Totale Di-sin-te-gra-zione,
dove tutti i giorni
è una lotta contro il divenire
un oggetto nell'incubo di qualcun altro;
c'è grande gioia
nell'essere la madre di Naima
e una forza incontenibile
nell'essere sulla Via.(jeanne lee, 1971)
"...ogni giorno è una lotta per non diventare (un
oggetto nel)l'incubo di qualcun altro...."
mmmhhhhh.................. questo mi risuona molto! (E a Voi? ;-)
e mi risuona pure la seconda parte della poesia.
Lo studio di Porter "La voce di Jeanne Lee" si trova completo in PDF, qui.
Se leggi in inglese......
Cmq più sotto ne traduco una breve parte, non prima di saltare un attimo su
un altro ramo o frasca...... voglio dire, di fare una breve digressione:
Dunque, grosso modo......... Ricordando l'obiettivo che ha fatto scaturire
questo stesso blog, come da intestazione in alto......
"Un sogno tra la Sardegna e il Giappone. ...
Anche la Sardegna rischia di perdere le sue tradizioni.
Il nulla ci sta annientando. Stiamo diventando tutti popoli senza storia, senza
significato. La storia della gente come corpo unico si trasforma e si frammenta
in storie individuali che si basano su un tessuto sociale senza trama. L'uomo
o donna sembra scollegato dagli altri uomini o donne, non sappiamo più cosa
e come condividere. La separazione e il nulla stanno per dominare... Etc."
[L'articolo completo qui:
"Un sogno tra Sardegna e Giappone"]
Tradizioni: cosa BUTTARE, cosa CONSERVARE e cosa CREARE!
Questo era ed è ancora, evidentemente, il tema.
Il tentativo di conservare qualcosa di valido dalla propria
o da altre tradizioni... o meglio di crearne
di nuove, ........ mediante sperimentazione! pratica! la pratica di nuove
coreografie espressive.... improvvisazioni, cogliendo il messaggio
e l'esperienza di quelli che sono venuti prima di noi, come
Jeanne Lee!
C'è sempre qualcosa da imparare....... la prima è di depositare la propria
pigra arroganza di "sapere già"!
A me capita oggi di ascoltare Jeanne Lee che conosco ed amo già, e di trovarci
nuovi significati. (fine digressione)
Dunque, ad un certo punto delle 14 pagine di cui si compone lo studio di Porter,
viene riportato il testo del brano sopra, e a seguire:
* * * * * * * * * (inizio estratto)
L'esecuzione di J. Lee di “In These Last Days”...
[nota!: -- altra versione del titolo: "Last Days / Hands" che richiama il
detto proveniente probabilmente dagli Esseni "Last days are at hand" -- gli
ultimi giorni sono a portata-- nel senso profetico / apocalittico di-- "QUESTI
sono gli Ultimi Giorni"-- ndt]
... esprime una visione sociale connessa con le aspirazioni
utopiche che ella stessa esprime nelle interviste e nei suoi progetti di arte
ed educazione durante quel periodo [anni '70, ndt].
Le parole del testo “these Last Days/ of Total/
Dis-in-te-gration/ where every day/ Is a struggle/ against becoming/An object
in/ someone else’s/ nightmare” vengono improvvisate e ripetute in registri
di voce diversi, attraverso varie estensioni ed intervalli.
In questi Ultimi Giorni
di Totale Di-sin-te-gra-zione,
dove tutti i giorni
è una lotta
contro il divenire
un oggetto
nell'incubo
di qualcun altro...
C'è un fuoco particolare sulla parola "struggle"
(lotta) che viene prolungata e distorta fino a divenire, alla fine,
un grido. Questo convoglia un senso di urgenza
che colloca la poesia nella crisi che risuonò negli Stati Uniti durante gli
ultimi anni '60 ed i primi '70, lungo il solco delle scarse vittorie e dei reali
fallimenti delle mobilitazioni etniche del ventennio allora trascorso
[gli anni '50 e '60,-- ndt]; l'abbraccio prima
ed il rifiuto poi di varie forme d'identità politica; la reazione repressiva
contro tali movimenti; la guerra del Vietnam, fonte di violenze e divisioni;
e le crisi economiche degli anni '70.
Di sicuro era un momento in cui, per molti, i
sogni collettivi ed utopici si erano trasformati in incubi ad occhi aperti;
in cui gli esseri umani lottavano contro la loro "oggettificazione" entro vari
apparati repressivi ed alla luce dei limiti insiti nell'identificazione con
i movimenti d'opposizione.
Eppure, J. Lee mantiene un senso d'ottimismo,
che esce evidente dagli ultimi versi:
“There is great joy/ in being/ Naima’s Mother/
and unassailable strength in being on the Way.”
C'è grande gioia
nell'essere la madre di Naima
e una forza incontenibile
nell'essere sulla Via.
"La Via" può leggersi come il suo impegno come musicista
militante per il cambiamento sociale. [Ma non solo; -- ndt]
J. Lee, durante gli anni '70 si concentrava sulla
creatività e l'immaginazione come strumenti di lotta sociale; e in più d'una
occasione sottolineava come incoraggiando pensieri ed attività creative si sarebbe
fornito un antidoto all'alienazione degli esseri umani, così come configurata
nelle società capitaliste post-industriali. Dava molta enfasi all'importanza
dei rituali che avrebbero permesso alla gente "di restare viva"
["stay alive"-- non "survive", sopravvivere -- ndt]
e "riscoprire gli spazi in cui siamo umani"
(Terlizzi Roberto, Francesco Martinelli, Stefano Archangeli.
“Jeanne Lee and Gunter Hampel.” Coda 1 Feb. 1979: 6-9)
* * * * * * * * * (fine estratto)
[nota: --guarda caso! Questi miei 3 amici di Pisa svolgevano all'epoca un
importante lavoro di "giornalisti di frontiera" nel campo della musica improvvisata.....
"Coda" è una rivista specializzata canadese -- ndt]
Si parla anche qui di Rituali, dunque.
Ricordate Antero Alli e "Scapegoat the Media"? qui
e qui
ma anche qui
Per ascoltare "In These Last Days” ....... e molto altro.... dalla mia
Streaming Radio, "PoPFreeRadio".....
("Intender non la può chi non la prova"!) c'è una Playlist 4
con abbondanti materiali... almeno 4 album di Jeanne Lee.... clicca sul link
qui sopra per vedere le Playlist ed ascoltare la radio.
A proposito del Potere di questa Musica -- in particolare
quella definita "free jazz" o come si dice in Europa "musica improvvisata" --
ne riparliamo.
Grazie dell Vs. Dedicata/Delicata Attenzione
Comments so far?
5 commenti:
Sperando di nn essere il tuo incubo ti annuncio che stiamo per rifondare la tribù degli umani e che sei arruolato, anzi precettato a riprodurti quanto prima.
Ne sono onorato ma riprodurmi in che zenzo?
La seconda parte del brano "Last Days" è "Hands"..... che dà un'interpretazione alternativa alla mia, quella apocalittica degli Esseni.
Jeanne dice, nella seconda parte, mentre batte ritmicamente le mani:
(HANDS)
"my hands are the tools of my soul!"
Le mie mani sono lo strumento della mia anima!
il video linkato non e' piu' disponibile :(
bloody kopyright koppers
"Mal Waldron & Jeanne Lee" video ri-linkato finché dura.
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